Kendra Nora Mayfair

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    ✖ NOME
    Kendra. Si tratta di un nome femminile recente, che è attestato a partire dal XX secolo e che ha goduto di particolare fortuna in film e serie televisive dall'inizio del XXI secolo. Con tutta probabilità, è stato inventato combinando il Ken- di Kenneth con il -dra di Sandra o Alexandra, tuttavia viene considerato anche una forma femminile di Ken o Kendrick, e sono state anche proposte altre etimologie piuttosto improbabili da lingue quali il sanscrito e il curlandese. Kendra è anche un cognome inglese molto raro, attestato soprattutto nello Yorkshire, che venne brevemente adottato come nome maschile all'inizio del XIX secolo; esso può derivare dal cognome MacAndrew, oppure dall'antico nome anglosassone femminile Cynethryth (da cyne, "regale", e thryth, "forza"); tuttavia, la somiglianza tra il cognome/nome maschile e il moderno nome femminile è, probabilmente, una pura coincidenza
    Nora. Diminutivo di Eleonora che potrebbe derivare dal greco o dal provenzale Hellionor, in entrambi i casi con il significato di "compassionevole, che ha pietà", oppure provenire dalla radice ali- "crescere" più un secondo elemento con il valore di "cresciuta nella luce".
    ✖COGNOME
    Mayfair
    ✖DATA DI NASCITA
    14 febbraio.
    ✖ETà
    22 anni.
    ✖PROVENIENZA
    Vancouver, Canada.
    ✖RESIDENZA
    Brooklyn.
    ✖STATO ECONOMICO
    nella media, a volte fa un po' fatica ma il cibo non le manca mai.
    ✖SOPRANNOME
    Nessuno.
    ✖OCCUPAZIONE
    aspirante pittrice. Studia alla Brooklyn academy of art; è al secondo anno perché si è iscritta a 20 anni e non a 18. Inoltre canta nei locali di Brooklyn e a volte anche del Queens, più raramente in quelli di Manhattan. Lavora anche come barista al The Monro Pub.
    ✖ORIENTAMENTO SESSUALE
    Etero, aperta e rispettosa verso tutti.
    ✖SITUAZIONE SENTIMENTALE
    Single. E' ancora vergine perché non si è mai innamorata e si è ripromessa che sarebbe accaduto per amore. Ha avuto solo brevi frequentazioni e/o flirts, mai una storia importante.
    ✖ALLINEAMENTO
    il Benefattore, fa sempre del suo meglio per aiutare gli altri nei limiti delle sue possibilità. Si sente meglio nel prestare aiuto ai bisognosi, lavora volentieri con regnanti e tutori dell'ordine, ma non sente alcun legame verso di loro. È in realtà il personaggio dominato maggiormente dal "bene incondizionato" poiché il suo istinto di fare del bene difficilmente verrà ostacolato da alcunché.
    ✖ Be yourself. Always
    ✖CARATTERE
    I tratti principali del carattere di Kendra sono: sarcasmo, testardaggine, lealtà, coraggio e compassione. E l'essere anche un po' disordinata, scontrosa - soprattutto la mattina presto, appena sveglia - e anche un tantino saccente e alle volte indisponente... ma non lo fa per boria o snobismo, le viene naturale, è un qualcosa di cui non riesce a fare a meno, sebbene ci abbia provato svariate volte. Questo, unito al sarcasmo, è di fatto una sorta di "arma" che utilizza per difendersi, in quanto perenne insicura e spesso vittima di bullismo / discriminazione.
    Se si impegna, tuttavia, sa essere anche una ragazza dolce e gentile, affettuosa e comprensiva, e pure un pelino diplomatica - con chi ritiene lo meriti veramente - ma, in sostanza, è una che non le manda a dire e che non sa esattamente tenere a freno la lingua. E' molto determinata, anche sconsiderata, se si tratta soprattutto di proteggere / difendere qualcuno a cui tiene molto. Intuitiva, spesso curiosa - e questo la porta anche a cacciarsi spesso nei guai -.
    ϟ Ama: da sempre appassionata d'arte, nelle forme più svariate - soprattutto pittura, lettura, scrittura e musica - ma anche di sport, nuoto, equitazione, tennis e altro... ma no, niente palestre, grazie, ché proprio le detesta!
    ϟ Odia: bullismo, discriminazione, qualsiasi forma d'esclusione, razzismo ed alienazione. Le persone che si vantano della propria ricchezza / avvenenza e simili; la presunzione, le bugie e i tradimenti, chi davanti ti mostra una faccia ma poi, alle tue spalle, ne ha tutta un'altra.
    ✖ASPETTO FISICO

    Kendra è una ragazza non molto alta, con una corporatura morbida e curvy; sebbene non sia altissima - supera di poco il metro e sessanta - è sicuramente ben proporzionata; ha un bel seno, un sedere alto e sodo, del tutto proporzionato al suo fisico, gambe non lunghissime e tornite.
    Ha mani e piedi piccoli ed affusolati, con unghie curate - quelle delle mani sono leggermente squadrate - e spesso pitturate di colori quali nero, rosso, glicine, arancione e blu o anche maculare o glitterate. Non ama i colori pastello né quelli eccessivamente chiari o nude, nemmeno nell'abbigliamento o negli accessori.
    Ha lunghi capelli biondi - di natura sono castani e mossi, ondulati, ma lei ama acconciarli in vari modi, come anche lasciarli sciolti e naturali - che sfumano nel verde acqua, e occhi castani, grandi, espressivi e molto profondi, sormontati da folte e scure sopracciglia e contornati da ciglia - dello stesso colore delle sopracciglia - sottili... ma ehi, a cosa serve il mascara? . Non ama truccarsi in modo eccessivo o vistoso - se non per determinate occasioni in cui le fa piacere essere un po' più appariscente, casi questi in cui sfoggia anche tinte rosse per le labbra - e in genere si limita a mascara, lucidalabbra e, a volte, eyeliner nero o un po' di ombretto messo a mo' di eyeliner.
    In realtà, è una ragazza molto carina - e anche intelligente - ma lei si ritiene poco attraente ed interessante, mentre invece ci sono diversi ragazzi che la trovano bella. La ragazza è quasi del tutto inconsapevole della sua avvenenza.
    ϟ Segni particolari: Ha un piccolo neo, poco più su dell'osso sacro, nessun piercing - se escludiamo i fori ad entrambi i lobi e un minuscolo nostril al naso, a sinistra - e ha un solo tatuaggio, una semplice stellina all'interno del polso destro, con dentro l'iniziale del suo primo nome, "K".
    ϟ Abbigliamento / stile: Di solito, indossa T-shirt, jeans e sneakers, ma all'occorrenza sa essere assai femminile, mettendo da parte il "solito casual", in favore di abitini eleganti e femminili, ma mai eccessivi o volgari. Quanto alle scarpe, di norma non ama i tacchi alti - cui preferisce le zeppe, gli stivaletti bassi e le sopracitate sneakers - ma li indossa, qualora sia necessario o lo ritenga opportuno per una specifica occasione, purché non siano, appunto, troppo alti!
    Le piacciono gli anelli particolari, non eccessivamente grandi, così come anche i ciondoli: ne ha tantissimi, che cambia spesso all'unica collana che porta e mai toglie, che è una semplicissima catenina metallica, regalo del fratello maggiore. Ama molto i braccialetti, ne ha quattro al polso sinistro e due a quello destro, porta sempre l'orologio e le piacciono molto anche gli orecchini, meglio se in tinta con l'outfit.
    Ama i profumi in generale, anche le semplici acque profumate, ma soprattutto quelli speziati / agrumati, come anche quelli con qualche "nota maschile".
    Completano il suo look chiodi in pelle - ne ha una collezione: nero, rosso, arancione, glicine, blu e marrone - piccole pochette o anche borse più grandi, ma soprattutto zainetti con mille tasche, spesso di forme decisamente improbabili - ne ha uno maculato, con tanto di orecchie da coniglio! - meglio se "pelosi".
    ✖ curiosity
    ✖ e piacerebbe saper ballare, ma è un tantino goffa.
    ✖ Ha un animo un po' ribelle, un po' rock o punk, come direbbe meglio lei stessa, se si ritrovasse a parlarne...
    ✖ Fuma regolarmente sigarette.
    ✖ Adora il the freddo al limone, la birra e la vodka alla pesca, ma beve poco.
    ✖ Non toglietele i jeans, le tue t-shirts, i chiodi e le sneackers colorare e glitterate, nonché gli zainetti pelosi.
    ✖ E' allergica all'aglio e alle nocciolione.
    ✖ Detesta i canditi.
    ✖ Crede negli alieni, negli angeli, nei fantasmi e in Dio.
    ✖ E' stata molto delusa in amicizia, ma ci crede ancora.
    ✖ Sogna il grande amore.
    ✖ Musica e pittura per lei sono tutto.
    ✖ Adora gli animali.

    ✖BIOGRAFIA

    Potremo metterci qui, voi ed io, sederci a tavolino - magari con te e pasticcini - e iniziare dal principio, parlare, che so... della sua nascita, infanzia, pre - adolescenza... ma, non è quello che faremo. Nel caso di Kendra, parlare di quei primi, normali e forse anche un po' monotoni anni, potrebbe risultare banale e noioso, se non addirittura limitante perché, di fatto, tutto ha avuto veramente inizio quando ha compiuto diciotto anni e, il regalo più grande che ha ricevuto, quel giorno, tra tante belle cose che ovviamente desiderava e anche molto - ma che, appunto, erano solo cose, banalmente - il dono più bello di tutti è stato scoprire che lei stessa era... dotata di qualcosa... ma non di una cosa qualsiasi, bensì della capacità di veder prendere forma nella sua mente, delle vere e proprie immagini, che presto avrebbe tradotto in quadri. Essendo molto credente, lo considerò da subito un dono di Dio.
    Cosa c'è da raccontare, allora?
    Molto altro, in verità.
    Pronti? Allacciate le cinture, e che il viaggio abbia inizio!

    ***

    Ma, Dalia! Sei proprio sicura che debba indossare queste scarpe? Passi pure il vestito, che comunque non è il mio stile, vabbé, ok... ma le scarpe... le hai guardate bene, queste... questi trampoli? Perché, andiamo, è quello che sono!

    Dalia la guardò sospirando rumorosamente, per poi alzare gli occhi al cielo.

    Sono tacchi, tesoro. Tacchi alti. Ripeti con me. Lentamente, ok? T a c c h i...


    Oh, e finiscila, piccola stronzetta! Kendra ridacchiò brevemente, ma la sua risata era più simile ad uno sbuffo infastidito Guarda che lo so bene cosa sono, sai? Sono tacchi. T a c c h i. Alti, come hai detto tu... molto alti, troppo, per come la vedo io! E comunque sono scomodi, e nemmeno ci so camminare e poi... si coprì gli occhi con le mani ... io cadrò, va bene? Lo so, andrà così! E, sai, è l'ultima cosa che vorrei fare, proprio stasera...

    Dalia sollevò un sopracciglio, in un modo che voleva essere casuale, distratto.

    Oh, e perché proprio stasera, mia cara?

    Perché compio diciotto anni, no? E perché è la mia prima vera festa... senza adulti, voglio dire... e inoltre...

    Inoltre cosa, Kendra? Mi nascondi qualcosa? fece Dalia allusiva.

    L'altra la guardò perplessa.

    Io? Proprio a te? E perché poi? Ti dico tipo tutto, sempre, e lo sai! Piuttosto... cos'era quel tono velatamente - e nemmeno troppo - allusivo?

    Tono allusivo? chiese l'amica di rimando Io? Proprio con te? E perché dovrei?

    Kendra sbuffò, lievemente seccata.

    Non lo so mica, sai! Però, magari, tu potresti spiegarmelo, no? E, magari, già che ci sei, aiutarmi a scendere da questi benedetti trampoli, lasciandomi scivolare in qualcosa di più... non lo so... comodo? Per esempio... indicò con un breve cenno del capo un paio di vecchie zeppe scalcagnate, abbandonate in un angolo remoto della sua cameretta, a prendere polvere.

    Dalia la fissò indignata, portandosi le mani alla bocca.

    Orrore! Orrore e indecenza! Ma che schifo, Kendra! Ma davvero vorresti mettere quella robaccia? E chi ti filerebbe più, poi?

    E chi ti dice che io voglia...

    L'amica assunse un'aria da cospiratrice. Biondissima, alta, snella, con grandi occhi azzurri e lunghi capelli neri perfettamente lisci e lunghi fino ai fianchi, sembrava quasi essere una perfetta cortigiana, non fosse che le mancava un ventaglio dietro al quale nascondersi, per poi far sfarfallare le lunghe ciglia. Finte, tra l'altro.

    Zitta.

    Ma...


    Zitta, ti dico. Guardati. indicò un lungo specchio di fronte a loro, specchio che le rifletteva entrambe, per intero Guardati, e fallo bene. Poi, dimmi cosa vedi, d'accordo?

    Kendra s'imbronciò.

    Vuoi fare sul serio, questo vecchio gioco? non ottenne risposta, se non l'ennesimo roteare degli occhi dell'amica di sempre Oh, ok. Se proprio ci tieni, allora va bene. Te lo dico. D nuovo. Io vedo una bellissima ragazza, alta, mora e sottile, con bellissimi occhi azzurri e...

    Dalia sbuffò seccamente.

    Grazie ma gli occhi ancora li ho, sai? E, non per dire, ma funzionano pure bene! E comunque, parlavo... beh, parlavo di te!

    Di me? Uhm, ok. Vedo una nanerottola insignificante, coi mezzi biondi e mezzi verdi, lunghi, un po' flosci e non perfettamente in piega, e poi...

    Fermati. Nanerottola, hai detto? Oh, sì, esatto. E' quella, mia cara, la parola chiave! ignorando le proteste e le occhiatacce di Kendra, pungenti e intrise di sarcasmo, si allontanò dall'amica e si chinò a raccogliere le vecchie scarpe deformate con la zeppa Queste le prendo io, tesoro, e le metto dove devono stare.. nella spazzatura! E poi scappo, perché devo prepararmi anch'io, per la tua grandiosa prima festa, dato che con te, qui, abbiamo finito. E' tutto in ordine, vedo, e lo so, sono la migliore, come sempre! Capelli, trucco, vestito e sì, soprattutto tacchi. T a c c h i. Alti. Molto alti, te lo concedo. Ma vedi, è questa la chiave! cinguettò estatica.

    Chiave... per cosa?

    Dalia strinse impercettibilmente gli occhi chiari.

    Oh, vedrai... soffiò, scivolando fuori dalla stanza, reggendo con malagrazia le vecchie zeppe, toccandole il meno possibile e fissandole orripilata. Le nascose dietro alla schiena, nel passare davanti alla sala, salutando con un dolcissimo sorriso d'angioletto i genitori di Sophie, la sua migliore amica di sempre, come spesso Sophie stessa amava ripetere, per poi cambiare espressione di colpo e totalmente, quando ebbe loro voltato le spalle, per afferrare la maniglia della porta che la condusse fuori.

    Un sorriso divertito e malizioso le piegò le labbra sottili, mentre gettava le zeppe in un cassonetto poco distante, con un disgusto non più da celare. Si riavviò i lunghi capelli biondi e sorrise tra sé e sé, avviandosi non già verso casa sua, ma totalmente altrove, canticchiando qualcosa tra sé, qualcosa di quasi totalmente incomprensibile, tralasciando alcune parole, ch'ebbe cura di calcare con decisione.

    Quelle parole erano: festa, sorpresa, vero regalo, scherzo e... in ultimo, ma non meno importante, è esattamente quello che meriti, stupida nanerottola, senz'arte né parte!

    E proseguì nel suo incedere regale e spedito, verso la sua oscura destinazione, un po' saltellando, un po' camminando normalmente, un po' correndo, quasi trafelata, seguitando a canticchiare, con quel sorrisino da serpe stampato in volto.

    ***

    Bella festa!

    Kendra alzò gli occhi dal suo bicchiere intatto di cherry - cola, incontrando un altro paio d'occhi, scuri e sconosciuti, ma decisamente... beh, magnetici, tanto per dirne una.

    Sarà... sospirò ... sarà pure una bella festa, ma io non mi sto divertendo... inoltre, lei non è qui... e non capisco proprio dove possa essersi cacciata!

    Lei? Lei chi sarebbe? La tua ragazza?

    Kendra arrossì fino alla radice dei capelli. L'attraente sconosciuto - perché sì, andiamo, lo era veramente - la credeva lesbica? Non che lei ci vedesse qualcosa di male, perché non era affatto così, anzi. Ma se ti piace un ragazzo, e quello ti ritiene lesbica... beh, non è proprio un ottimo inizio, no?

    Si esibì in una risatina involontariamente stridula, tentando disperatamente di apparire simile a Dalia, che quando rideva produceva il suono tintinnante di mille campanellini, o almeno così le era sempre sembrato.

    Ma no, no. Non che io abbia qualcosa contro questo, perché non ce l'ho né mai ce l'avrò... ma no, parlavo della mia migliore amica. Di Dalia. Non è qui, e non risponde ai miei messaggi... e non gliene ho mandati nemmeno pochi!

    Il ragazzo le si accostò lentamente, rimanendo comunque ad una certa distanza. Poi le sorrise.

    Dalia? E chi sarebbe questa Dalia? Non conosco nessuno con un nome tanto strano e... beh, anche pomposo, se permetti!

    Sì, beh... ha un nome strano... particolare, te lo concedo... e forse è anche un po' pomposo, come dici tu.. ma è una persona meravigliosa, sai? E' la mia migliore amica da sempre e, se solo la conoscessi, capiresti perché ci tengo tanto a lei!

    Non ne dubito... sai, del fatto che tu tenga a lei... ma... mh, ti sei mai chiesta se lei tenga a te allo stesso modo? Voglio dire, non è nemmeno qui, a questa festa! Che razza di migliore amica sarebbe, quella che non si presenta alla... tossì ... ad una festa che per te è palesemente molto importante? E comunque, no... grazie mille, ma non ci tengo a conoscerla... piuttosto, io vorrei conoscere te!

    Me? Kendra sgranò gli occhi, fissandolo sorpresa. Lui annuì con vigore Beh... non... non c'è granché da conoscere... voglio dire... sono esattamente quello che vedi, nulla di più...

    Beh, sai, mi piace quello che vedo... il ragazzo si avvicinò pericolosamente a lei, superando ogni distanza di sicurezza, rimanendo fermo a pochi centimetri, e nemmeno, da Kendra ... molto... aggiunse con un fil di voce, per poi chinarsi a baciarla, facendo combaciare le loro labbra.

    Kendra rimase incredula per un momento, poi sorrise contro alle labbra dello sconosciuto, si abbandonò nel suo abbraccio, concedendogli il suo primo vero bacio.

    ***

    Kendra, tesoro, devi perdonarmi, davvero... oh, è assurdo, ma non avercela con me, ok? Senti invece che cosa mi è successo...

    No, no, no! Non sono arrabbiata, sai? Per niente. Mi spiegherai poi, se vorrai. Ma avevi ragione. Su... beh, su tutto. Trampoli inclusi!

    Che vuoi dire?

    Oh, io... sai... c'era questo ragazzo... ci siamo parlati, solo per un po'... e poi, senti questa! Mi ha baciata, e io tipo non...

    Ma è fantastico! Meraviglioso! dettagli, please!

    E Kendra glieli raccontò, ma proprio tutti tutti. Come faceva sempre. In fondo, Dalia era o non era la sua migliore amica da tipo sempre?

    ***

    Stava per mettersi a dormire, aveva appena chiuso gli occhi, quando strane forme iniziarono a vorticare nella sua mente. Non stava sognando, ne era certa, ma vedeva comunque delle cose nella sua testa. Forme indistinte, all'inizio, ma poi... poi iniziarono lentamente a prendere forma, a definirsi. Erano disegni. Disegni bellissimi. Era come se potessero parlare, trasmettere emozioni, raccontare storie. E lei le vedeva perfettamente, nella sua mente.


    Stava forse impazzendo?

    Inizialmente, lo tenne per sé, non voleva che la prendessero per matta. La cosa, però, continuava a ripetersi, ogni volta con dettagli e particolari in più. sempre nuovi, diversi e più complessi.
    Non succedeva ogni volta che chiudeva gli occhi, beninteso, ma solo in certe occasioni.
    E... beh, le piaceva.
    Col tempo, non pensò più di essere pazza, e ne parlò al ragazzo della festa, che nel frattempo era diventato il suo ragazzo, il suo primo ragazzo. Lui le credette e lei, che intanto aveva iniziato a mettere su carta - o, almeno a provarci - quello che vedeva nella sua mente - si fidò a tal punto, da lasciargli vedere il suo blocco dei disegni. Glielo prestò persino, ché era diventato enorme, e a lui serviva tempo per poterli vedere tutti, uno ad uno, con cura ed attenzione.

    ***

    E' roba buona, sai? Ottima, direi! E tutto questo è enorme, ma dovresti... sai, sfruttarlo!

    Sfruttarlo... come, esattamente?

    Non so, piccola... magari provare a fare una mostra? Dei quadri?

    Ma dai... non è nulla di speciale! E poi, dipingo già, lo sai...

    Non è vero, lo è, come lo sei anche tu! Hai un dono, amore. Sfruttalo. le prese le mani, gliele baciò, facendola arrossire, poi la baciò e andarono oltre, ma solo un pochino, perchè Kendra non era ancora pronta.

    Era felice. Si sentiva completa.

    Un dono straordinario. Un'amica meravigliosa, che mai criticava il suo perfetto fidanzato, né s'intrometteva tra loro. Un dono meraviglioso, ancora da comprendere, certo, ma che poteva anche diventare un lavoro, magari con cui aiutare i suoi genitori, la sua famiglia e... beh sì, anche un fidanzato da urlo... che altro chiedere di più?

    ***

    Signorina Mayfair, mi dispiace dirglielo, ma non possiamo accettare... sa com'è, lei ha copiato delle opere già esposte, firmate... non si può fare! E' molto grave, mi capisce, potrebbe finire in guai seri, se io...

    Kendra sbatté gli occhioni, con innocenza.

    Copiato? Operaegià edita? Io non... non capisco...

    Io credo di sì, invece. Conosce una certa Dalia? Dalia Mirrors?

    Kendra deglutì a vuoto: non era vero... non poteva essere vero! Non stava succedendo, non realmente. Doveva aver chiuso gli occhi, doveva trattarsi di un altro dei suoi quadri, delle sue storie, un po' bizzarra e crudele, ma solo quello poteva essere, giusto? Un'altra storia, nuova, frutto del suo dono.

    Sì... io... Dalia è... la mia... migliore amica... da tipo sempre... rispose debolmente, come recitando delle parole a memoria, nelle quali, però, inziava a non credere più.

    L'uomo seduto di fronte a lei, in giacca e cravatta, si esibì in un freddo sorriso intriso di pietà, che quasi tendeva al ribrezzo. Si sistemò gli occhialini sul naso adunco, annuendo lentamente.

    Sì, beh... è chiarissimo. Questo... questo spiega molte cose... spiega tutto, in realtà!

    Ma... ma di cosa sta parlando? Io non...

    Non capisce? Oh, ma io sì, sa? E alla perfezione. Ora la prego, se ne vada, ché mi ha già fatto perdere anche troppo tempo! Se ne vada e non torni, è anche troppo fortunata che io non la denunci!

    De-... denunciarmi? balbettò Kendra, ancora un po' trasognata, ma stava iniziando a capire, a comprendere, a mettere insieme i pezzi.

    Lasciò precipitosamente la stanza, correndo via, urtando inavvertitamente persone sconosciute, rovesciando e - forse - anche rompendo oggetti, magari anche di valore, ma non le importava, non in quel momento.

    I suoi occhi erano pieni di lacrime.

    Uno scherzo. Un gioco. Una manipolazione. Un tradimento. Un furto. Una truffa.

    Sì, l'avevano presa in giro, l'avevano derubata - e non solo della sua storia - ma di molto altro. E dovevano anche averlo pianificato da molto tempo. Tutto tornava.

    ***

    Tesoro, sei pronta?

    Kendra alzò gli occhi sulla madre che le sorrideva, gli occhi un po' lucidi. Si asciugò velocemente una lacrima che era sfuggita al suo controllo e sorrise alla madre, poi al padre, che le mostrò i pollici sollevati, sorridendo anche lui, in modo incoraggiante.

    Ma certo, sì.

    Hai tutto quello che ti serve, amore? le domandò il padre.

    Kendra ci rifletté un attimo.
    Forse non aveva proprio tutto, al momento. In realtà aveva perso molto, ma... aveva ancora molto altro.
    Aveva due splendidi genitori, un dono ancora da comprendere, infinite immagini nella mente, e diverse già su carta.
    E, sopra ogni cosa, aveva un futuro nuovo, speciale, diverso... tutto da scrivere, da vivere, in una nuova città: New York.
    Lì sicuramente c'erano persone speciali, artisti, persone con dei doni. Persone come lei.
    Magari avevano altri tipi di doni, anzi sicuramente, ma di certo l'avrebbero capita, guidata, accolta, aiutata.
    Sembrava un sogno, ma lei, a questo punto, non se lo meritava davvero un sogno? Uno bello, però. Uno vero. Non quello che può apparire tale, ma poi si trasforma in un incubo.

    Sorrise ai genitori con entusiasmo, prendendo la sua piccola valigia, per poi voltarsi a guardare il gate dell'aeroporto.

    Certo. Sì. Ho tutto quello che mi serve. strinse saldamente il manico della valigetta nella mano destra, voltandosi nuovamente verso i genitori, mentre il sole, attraverso l'ampia vetrata di fronte a loro, a lei, iniziava a tramontare, scolorando il paesaggio, rendendo i suoi capelli quasi castani, scurendo ulteriormente i suoi occhi. Sollevò i pollici, poi si guardò i piedi e sorrise, osservando le sue amate zeppe, quelle vecchie e un po' scalcagnate, che Dalia aveva gettato via quel pomeriggio d qualche anno prima ma che, in qualche modo, aveva recuperato. Aveva altre scarpe, certo, più nuove, ma quelle... quelle erano speciali. Grazie mamma. Grazie papà. Di tutto, Vi voglio bene. Vi chiamo appena possibile, ok? li abbracciò velocemente, poi si staccò, voltandosi rapida verso il gate, attraversandolo parzialmente, per non mostrare loro le sue lacrime di commozione, causate forse anche da un pizzico di nostalgia, che iniziava già a sentire.

    Superò il gate, camminando lenta e diritta su sé stessa, mentre un sorriso pieno di speranza andava a piegarle le labbra rosee e piene. Si asciugò gli occhi e continuò a camminare verso l'uscita, lasciandosi il passato alle spalle, pronta alla sua nuova vita.

    Un bel sogno. Uno vero. mormorò a bassa voce, arrestandosi poco distante dall'aereo, per qualche momento.

    Si voltò ancora indietro, facendo un saluto con la mano ai suoi genitori, rimasti a guardarla fuori dai gates. Poi riprese a camminare spedita. E sorrise, iniziando a salire la scaletta, senza più traccia di lacrime sul viso.

    Era un nuovo inizio.

    Era tutto.

    Quasi.

    Perché ci sono fasi.

    Perché the show must go on.

    Perché il meglio, lo sentiva, lo sapeva, doveva ancora arrivare.
    Demi Lovato

    codice scheda © Akicch;



    Edited by ´ kya ~ - 14/9/2023, 00:02
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